mercoledì 15 agosto 2012

Nero, bianco e rosso: la parola ai colori

di Rita Fresu

Avere il pollice verde; andare in rosso; essere di umore nero; passare la notte in bianco. Le frasi elencate contengono concetti che possono ricorrere frequentemente nella vita quotidiana, ma forse non potremmo esprimerli con altrettanta efficacia senza l’aiuto dei nomi dei colori. I cromonimi (così li chiamano i linguisti), infatti, si prestano a un alto uso figurato permettendo di rappresentare simbolicamente ed emotivamente la realtà. Non tutti i nomi dei colori, però, si caricano di simili valenze.

Basici, ancestrali e simbolici

Il campo lessicale dei cromonimi si presenta molto articolato. Si distinguono innanzitutto i colori basici che ogni lingua possiede in un ordine diacronico quasi fisso, e in un numero variabile da 2 a 11, secondo quanto dimostrato alla fine degli anni Sessanta dai due studiosi Brent Berlin e Paul Kay: bianco, nero, rosso, giallo, verde, azzurro/blu, porpora, rosa, grigio. Da essi derivano termini ed espressioni che designano una tonalità (bordò, granata, scarlatto per rosso), una sfumatura (bianco sporco, rosa antico, verde bosco), un processo (annerito, imbiancato, verdeggiante, rosseggiare), o, ancora, forme alterate che contengono implicitamente un giudizio di valore (biancastro, giallognolo, verdolino). Vi sono poi vocaboli la cui denominazione proviene dalla materia che ne è caratterizzata e il cui colore è noto: minerali e metalli (argento, bronzo, rame), pietre (ambra, corallo, turchese), fiori (ciclamino, lilla, pervinca), ortaggi o frutta (melanzana, nocciola, prugna), prodotti alimentari (crema, panna, senape), materie legate al mondo vegetale e animale (avana, ebano, tabacco; cammello, salmone, tortora).
È tuttavia solo ai nomi dei colori basici che il sistema linguistico si affida per esprimere simbologie ancestrali che spesso si mantengono nella lingua contemporanea. In quest’ultima i cromonimi tendono a specializzarsi semanticamente per lo più in ambiti tecnici come quello economico-finanziario (mercato grigio), scientifico (lingua blu; luna blu), politico (balena bianca; camicia verde; lobby rosa). I cromonimi che risultano quantitativamente più produttivi sono, nell’ordine, nero, bianco e rosso, considerati primari in molte culture.

Nero

Il nero mantiene ancora oggi la sua antica connotazione negativa rappresentando campi semantici legati al disagio (si pensi al bollino nero evocato in caso di traffico intenso sulle autostrade), al pessimismo (vedere nero), alla sciagura (cronaca nera, fine settimana nero), ma esprime anche illegalità (borsa nera, lavoro (in) nero) e giudizi morali (libro nero, pecora nera).

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